Usare il cervello per migliorare. Facile? per niente. Nello sport la coordinazione, la lettura del tempo, delle distanze e del comportamento hanno un ruolo preponderante nel contesto dello sviluppo dell’allenamento e della performance. In alcuni sport rimane un elemento marginale, negli sport di situazione può fare la differenza tra il successo e l’anonimato.
Questo post è un post di riepilogo, degli appunti, prima di proseguire nel percorso di approfondimento sulla relazione cervello e prestazione
Nel post la “capacità di previsione” ho iniziato a parlare di un approccio diverso all’allenamento, un possibile sviluppo “virtuale” della tattica individuale. Faranno seguito altri post sull’argomento, finora affrontato solo da psicologi e life coach e ancora mai inserito nelle metodiche di lavoro fisico-tecnico.
Per poter arrivare a progettare un allenamento che comprenda elementi atti allo sviluppo della parte organica, muscolare, tecnica e contemoraneamente di quella cognitiva si deve lavorare in direzioni diverse, rendendo ogni esercitazione multifattoriale.
Un semplice esempio è riportato nel post “esercitazioni fisiche con capacità cognitive” dove inserisco alcune mie idee su come “creare problemi” all’atleta durante lo svolgimento di un programma motorio.
Naturalmente se si vuole ottenere lo scopo di costruire e mantenere lo sviluppo di campioni nello sport bisogna iniziare dall’insegnamento, di seguito è possibile reperire i link di tre post dedicati all’insegnamento delle capacità coordinative.
“allenare le capacità coordinative prima parte“
“allenare le capacità coordinative seconda parte“
“allenare le capacità coordinative terza parte“
Dai tre post, è possibile ricavare qualche spunto su come affrontare il problema coordinazione e insegnamento. Ricordandosi, che la coordinazione in senso lato non è detto che abbia la stessa importanza della coordinazione specifica del gesto motorio, specie nei giochi sportivi.
studia e divertiti