Seconda parte del post sulle tecniche di rilassamento. GLi esercizi per rilassarsi.
Come dicevo nel post “tecniche di rilassamento” non basta la tecnica, bisogna essere predisposti a riceverla o essere in grado di eseguirla, quindi trovare la tecnica giusta.
Deve essere cucita addosso.
Il modo più semplice è provarne diverse per poi saggiare le proprie reazioni e magari inventarsene una fatta in casa.
Ci sono sistemi che possiamo definire, guru-guidato e cioè che necessita la presenza di una guida, e guru-diventato e cioè la guida siamo noi stessi. Come ogni cosa, la popolazione si divide minimo in due parti, e bisogna capire da che parte si sta.
Per la serie guru-diventato, ecco alcune tecniche di respirazione che di solito danno ottimi risultati.
Inspirazione lenta, apnea di 5”, espirazione lenta, apnea di 5”. Questa è una respirazione ottima perché permette un buon rilassamento muscolare, se si lavora sul corpo posizionandolo secondo strategie particolari si ottengono grandi rilassamenti muscolari ed articolari.
Se utilizzata assieme a tecniche di visualizzazione come la tecnica della bottiglia, dà grandi risultati.
La tecnica della bottiglia è una delle tecniche che uso normalmente con i miei clienti ed è molto efficace.
Consiste nello sdraiarsi a terra, comodi, e praticare una respirazione controllata, a scelta tra quelle descritte, bisogna immaginare di essere trasparenti come una bottiglia, ad ogni respiro bisogna visualizzare l’acqua che sale sù dai piedi come un movimento simile a quello della risacca. Sale quando si inspira e scende quando si espira. Il moto ondoso a furia di repsirare deve riempire tutta la bottiglia “corpo” e svuotarla. Questa tecnica deve essere personalizzata e trasformata. Obiettivo: assieme all’acqua fare defluire pure le scorie e i pensieri.
Una variazione ulteriore per potenziarne gli effetti è l’utilizzo di una tecnica di auto-trattamento che ho imparato ad un corso di lavoro sul corpo, orientato al cranio.
Consiste nell’utilizzo di due palline da tennis legate assieme. Queste vengono posizionate sotto l’occipite a livello della protuberanza occipitale (la sporgenza che trovi toccando la nuca) ci si poggia sopra e si esegue la tecnica di respirazione. Si può effettivamente raggiungere un livello di rilassamento molto profondo, e instaurare i processi di riparazione.
Da non fare assolutamente se si è ricevuto un colpo in testa, se si ha mal di testa o si è reduci da un ictus o problematiche similari.
Le stesse palline possono essere collocate sotto l’osso sacro per ottenere un effetto analogo.
Altra tecnica di respirazione è quella basata su una fase espiratoria prolungata, doppia o tripla rispetto a quella inspiratoria. Se abbinata ad un lavoro sul diaframma, ritrazione dello stomaco, al termine della fase espiratoria e abbassamento delle costole e delle clavicole si possono ottenere ottimi risultati. La posizione iniziale per questa respirazione è quella del vetturino, seduto su una sedia e leggermente curvo in avanti con le braccia appoggiate sulle gambe, poi piano piano si può passare alla posizione supino e a posizioni tecniche.
Questa tecnica non è consigliabile a chi ha cifosi toraciche marcate, ovvero a chi sta curvo.
Esistono molti modi di respirare che possono essere utilizzati allo scopo, ricordo solo che non si impara a respirare, ma si possono rendere i tessuti liberi tanto da non imbrigliare la respirazione e renderla libera.
Per rilassarsi bisogna lasciarsi andare, ma ne parleremo nella terza parte.