Proseguendo il discorso iniziato con i due post precedenti, mi sposto sul piano pratico spiegando uno schema di pianificazione molto efficace ad ottenere l’organizzazione e l’ utilizzo del tempo per obiettivi
Per prima cosa, bisogna definire l’obiettivo della sessione di lavoro, mi riferirò ad una seduta di allenamento ma potrebbe riguardare qualsiasi attività umana.
L’obiettivo centrale è quello che impegna per il 20% del tempo o il 30 o il 10, ma concorre al raggiungimento dell’80% del risultato. Stiamo parlando della fase più importante, se non abbiamo in mente quale deve essere il lavoro da compiere in questa fase stiamo sprecando tempo, falliremo.
Definito l’obiettivo devono essere scelti i mezzi e il sistema di utilizzo ovvero il metodo.
A questo punto dobbiamo costruire il resto della sessione.
Per arrivare alla “zona” o meglio al “core” bisogna prevedere una fase propedeutica, un riscaldamento.
Questo può avere due connotazioni, la prima possibilità è l’innesco, ovvero una serie di esercitazioni che costruiscano l’immagine di quello che avverrà dopo, molto utile per costruire un programma progressivo.
La seconda invece è un riepilogo, nella fase di avviamento vengono riproposti schemi ed esercitazioni che hanno fatto già parte del “core” di un allenamento precedente.
Ora va definita la fase finale, può essere basata anche questa su due aspetti. Il primo aspetto possibile è la sintesi mnemonica, con esercitazioni riguardanti il core precedentemente trattato.
Il secondo aspetto riguarda delle attività che creino il ripristino dei normali equilibri precedenti la sessione.
All’interno della struttura della sessione, ora divisa in tre parti, è doveroso inserire ulteriori elementi e suddividerla ulteriormente.
Per fare rendere il core al massimo, bisogna essere in grado di sviluppare un alto livello di performance.
La prestazione, infatti, è costruita da diversi elementi condizionanti, questi elementi devono essere fatti ruotare all’interno della sessione in modo costante ed ottimale.
Come avrai potuto capire, non basta seguire uno schema, tutto deve avere una logica ed un collegamento con l’obiettivo, altrimenti non sarà redditizio. Il 20% del lavoro vale quasi tutto il risultato, ma se il contorno è strutturato bene il risultato sarà massimo.
I post precedenti li trovi qui e qui.
foto di bruno leonardo mendes
Per prima cosa, bisogna definire l’obiettivo della sessione di lavoro, mi riferirò ad una seduta di allenamento ma potrebbe riguardare qualsiasi attività umana.
L’obiettivo centrale è quello che impegna per il 20% del tempo o il 30 o il 10, ma concorre al raggiungimento dell’80% del risultato. Stiamo parlando della fase più importante, se non abbiamo in mente quale deve essere il lavoro da compiere in questa fase stiamo sprecando tempo, falliremo.
Definito l’obiettivo devono essere scelti i mezzi e il sistema di utilizzo ovvero il metodo.
A questo punto dobbiamo costruire il resto della sessione.
Per arrivare alla “zona” o meglio al “core” bisogna prevedere una fase propedeutica, un riscaldamento.
Questo può avere due connotazioni, la prima possibilità è l’innesco, ovvero una serie di esercitazioni che costruiscano l’immagine di quello che avverrà dopo, molto utile per costruire un programma progressivo.
La seconda invece è un riepilogo, nella fase di avviamento vengono riproposti schemi ed esercitazioni che hanno fatto già parte del “core” di un allenamento precedente.
Ora va definita la fase finale, può essere basata anche questa su due aspetti. Il primo aspetto possibile è la sintesi mnemonica, con esercitazioni riguardanti il core precedentemente trattato.
Il secondo aspetto riguarda delle attività che creino il ripristino dei normali equilibri precedenti la sessione.
All’interno della struttura della sessione, ora divisa in tre parti, è doveroso inserire ulteriori elementi e suddividerla ulteriormente.
Per fare rendere il core al massimo, bisogna essere in grado di sviluppare un alto livello di performance.
La prestazione, infatti, è costruita da diversi elementi condizionanti, questi elementi devono essere fatti ruotare all’interno della sessione in modo costante ed ottimale.
Come avrai potuto capire, non basta seguire uno schema, tutto deve avere una logica ed un collegamento con l’obiettivo, altrimenti non sarà redditizio. Il 20% del lavoro vale quasi tutto il risultato, ma se il contorno è strutturato bene il risultato sarà massimo.
I post precedenti li trovi qui e qui.
foto di bruno leonardo mendes