Allenare il calcio è la cosa più difficile di questo mondo, la difficoltà sta nel fatto che tutti considerino una cosa semplice farlo e che tutti pensino di essere allenatori, preparatori ecc. Fino al punto, da fare realmente queste professioni…….. no comment, anzi no, mi esprimo: se molti tornassero a fare i loro lavori originari tutto funzionerebbe meglio……
Il calcio, inteso come partita giocata, è estremamente intenso; per km percorsi, accelerazioni eseguite, contrasti subiti, insomma, devi capire ch: non puoi giocare 3 partite a settimana tutte le settimane, il sistema non te lo permette, se ci provi ti punisce fisicamente.
Poi, aggiungici che: non lo si allena per quello che è. Il calcio spesso si allena in modo inappropriato, e quindi, un sistema che ha già molti problemi, per la sua naturale struttura, finisce per soffrire enormemente.
Il modello di prestazione, si riassume con quello che si sviluppa durante la fase di gioco.
Un certo numero di azioni fatte da un certo numero di accelerazioni, di frenate, di ripartenza, di pause, di cambi di direzione ecc. ecc.
Se ti guardi una serie di filmati dello stesso giocatore, ti fai due palle così, ma una seppur vaga idea, di quello che produce come lavoro in campo te la fai. Oppure, gli metti addosso un GPS e ottieni dei dati molto più precisi.
Eppure, eppure….. ancora molti lo allenano con corse lunghe e ripetute, come se si trattasse di mezzofondo, e se glielo chiedi, ti dicono che, rullo di tamburi, anzi, tuonare ritmico di timpani come su una trireme romana:
Ma deficienti che non siete altro, sono calciatori non schiavi che devono costruire un tempio dedicato al vostro unico neurone ignoto.
Quindi? Torniamo a noi…. dove eravamo…
A ecco, Non lo allenano!
Tanto che dopo una partita sembra che i calciatori siano tornati a piedi dal fronte russo. In inverno. Scalzi.
Poi arrivano alcuni “illuminati” e iniziano a copiare da altri sport, come dal Basket, e dicono:
“Ca…volo, qui ci vuole intensità, basta con questi possessi palla della mi…seria, e mettiamoci dentro un po di pa…grinta”.
Lo stanno facendo sistematicamente da anni i tedeschi, lo fa qualche squadra spagnola, lo facevano gli inglesi, ora forse sono un poco meno guerrieri di prima perché sono passati alla guerriglia.
In Italia qualcuno lo fa e lo contestano, perché da noi si contesta sempre a prescindere.
Il problema di questi nuovi sistemi, è la nemesi dell’allenamento calcistico…..
Rullo di tamburi ed ecco a voi:
L’INFORTUNIO.
Si perché se andate a dare un’occhiata della lista infortuni, accaduti in allenamento, di molte grosse società estere, quelle che tirano la carretta in Europa, è una lista piena piena, e non di stiramenti, ma di infortuni da contatto.
Si menano, si picchiano come fabbri al concorso del fabbro dell’anno.
In pratica, simulano la partita in ogni fase dell’allenamento, così facendo, allenano lo sport con lo sport e non con l’allenamento di chi deve correre la Berlin Marathon.
Il punto è che ancora non hanno compreso come allontanare la nemesi, eppure è semplice.
Basta copiare meglio, copiare bene.
Ti ricordi il basket di prima?
Una parte di calcio agonistico in allenamento lo devi per forza tenere, e il rischio di farsi male da contatto ci sta, ma se quando fai la parte fisica la finisci con queste ripetute e questi allenamenti da tapascione (termine con cui si identifica il corridore amatoriale lento e costante) e invece usi i tempi e i metri e le intensità di cui parlavamo prima, quelli reali, forse ottieni il risultato che vuoi e allontani la tua nemesi.
La allontani in due modi, il primo diminuendo la necessità di darsi le legnate da inizio alla fine, anche se servono, (nel basket se le danno) e il secondo modo, evitando che allenando il tuo giocatore per un’altro sport poi in campo oltre a non rendere, si faccia male muscolarmente, si perché la maggior parte di strappi e stiramenti sei proprio tu che glieli provochi, allenandolo male, tanto vale fargli uno sgambetto mentre lo vedi uscire dallo spogliatoio.
foto di nurx fome